E’ una sorta di malinconico Philip Marlowe, distaccato, tirato come un
lupo, strano miscuglio di cinismo e tenerezza, amatore maldestro. Johnny
ha l’allure di una volpe, occhi lupeschi, sorriso incantatore, carisma
formidabile. Quando con Darius Khondji prepariamo le inquadrature
utilizzando la sua controfigura per e luci, e magari non ci piace. Poi
nel quadro arriva Johnny e succede qualcosa di miracoloso. Con Darius ci
guardiamo e sospiriamo: perfetto! Ha il dono di certi attori star, come
Harrison Ford. Quando giravo Frantic, riguardando i giornalieri, avevo
sempre la sensazione incredibile di vedere sullo schermo uno di queli
attori di Hollywood degli anni trenta e quaranta che mi affascinavano
quand’ero ragazzino, tipo Gary Cooper. A volte non erano buoni attori,
ma avevano lo stesso alone magico. Johnny ce l’ha e in più è un attore
eccellente. Molto diverso dalla bravura alla Jack Nicholson, con cui
feci Chinatown, che affascina per il virtuosismo della recitazione.
Johnny non fa niente, o per lo meno sembra non far niente, ed è
bravissimo per questo. Ed è talmente bello.